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Il M° Gianfranco Pace è il D.T. dell' ITKA, il suo compito è quello di mantenere alta la qualità di pratica e d'insegnamento all'interno della scuola, promuovere i programmi tecnici ITKA all'esterno e soprintendere le attività della Commissione Tecnica.
Nell'analisi del percorso marziale del Maestro Gianfranco Pace, l'elemento onnipresente e secondo me significativo, è quello della crescita. La crescita, in diverse accezioni, è sempre tangibile ed è il fine che ne muove ogni passo: la crescita della scuola, la crescita degli individui che la compongono, la crescita del proprio kung fu. Sin dall'inizio della mia pratica ricordo, nel Maestro, l'instancabile voglia di innovarsi, di accrescere l'abilità e di trovare sempre nuovi spunti, e penso sia sempre stato così, fin dal principio.
Il Maestro Gianfranco Pace inizia la propria pratica dello stile Chen poco più che adolescente, sotto la guida del M° Shi Ronghua. L'insegnamento tradizionale del M° Shi, impartito in forma familiare, riesce subito a interessare il giovane Gianfranco, che cerca un'arte marziale "vera": dove si combatta. La passione che nasce è talmente grande che riesce a vincere le difficoltà inerenti la pratica, sia per quanto riguarda gli estenuanti esercizi, sia per quella marzialità che inizialmente è sempre difficile da trovare nel Taijiquan.
Da quel momento, la sua ricerca sarà continua e consterà di incontri con i migliori maestri viventi di Taiji Quan stile Chen (e non solo) in Europa ed in Cina. Si ferma per oltre un mese a Chengdu, dove studia privatamente il Kung Fu interno di Sun Lutang con il Maestro Gou Hong Hai. Ritornato in Italia, invita per qualche tempo il M° Gou per completare i programmi tecnici iniziati in Cina. Nel contempo continua a svolgere la sua opera di ricerca sullo stile Chen, infatti grazie al M° Chen Xiaowang (19° generazione della famiglia Chen), ha la possibilità di studiare e vivere nel villaggio Chen (Chenjiagou, Cina) a casa del Maestro Chen Xiaoxin (fratello del M° Chen Xiaowang).
Dal 2001 il maestro Pace è invitato presso varie scuole all'estero (negli Stati Uniti, in Repubblica Dominicana, ed in varie Città Europee) sia di Taijiquan stile Chen che di altri stili e altre arti marziali per diffondere il suo modo d'intendere l'arte. A livello nazionale il M° Pace ha collaborato con la FIWuK (Federazione Italiana Wushu Kung Fu) per la quale nel 1999 redige il regolamento per le competizioni di Tui Shou. Dal dicembre 2002 e per alcuni anni ha collaborato con la FIWS (Federazione Italiana Wushu Sanda) in qualità di responsabile per gli stili interni. Comunque, un momento sicuramente fondamentale è stato quello che ha visto nascere la nostra associazione. Ricordo ancora quella riunione (è passato un decennio circa) in cui si discuteva della fondazione dell'I.T.K.A. (International Taiji Quan Kung Fu Association).
Eravamo nella struttura che ospitava la nostra scuola fino ad un paio di anni fa, in quel momento l' I.T.K.A. era essenzialmente un gruppetto di persone che si allenavano insieme (e non riempivamo la stanza). Negli anni, grazie soprattutto alle qualità del Maestro e dei metodi di studio, L'International Taiji Quan Kungfu Association, è diventata un'importante realtà: le scuole che ne studiano i programmi tecnici sono circa 40, in tutta Italia ed all'estero.
Oggi l'I.T.K.A. è riconosciuta come una associazione di seri studiosi e ricercatori di Taijiquan, che si occupa di tutti gli aspetti dell'arte: marziale, energetico/ salutare e filosofico. Oltre alla costante crescita, anche altri elementi, secondo me, contraddistinguono il Maestro e di riflesso anche la scuola, primo fra tutti la concretezza. Non ci si è mai riferiti a concetti che "non si possono dimostrare", non si è mai parlato di misteri da svelare o di segreti della disciplina, tutto ciò che concerne l'arte e la pratica è sempre tangibile, concreto, dimostrato praticamente. Durante la sua esperienza di pratica, Il M° Pace ha sempre condiviso con chi lo ha richiesto, non ha mai rifiutato il confronto, ha sempre dimostrato il proprio valore nell'arte. In molti hanno avuto modo di provare le sue abilità e questo è stato un elemento fondamentale per la sua personale crescita e per quella della scuola. Le spiegazioni, con tutte le teorie che ne stanno alla base, sono sempre dimostrate nella pratica, e questa è da molti ritenuta "la forza del M° Pace".
Tuttavia il Maestro ha sempre anteposto il nome della scuola rispetto alla propria immagine, ha sempre creduto fermamente che la scuola fosse un luogo dove allievi e maestri crescono insieme. Non ha mai celebrato la propria (seppur fondamentale) figura, anzi, si è sempre impegnato nel mettere in evidenza i propri allievi e la scuola tutta. Il 2009 è stato l'anno che, con un una buona dose di audacia e con un costante e incrollabile impegno (da parte del Maestro) ha visto la nostra scuola "materializzarsi". La fondazione di questa struttura rappresenta, secondo me, una grande vittoria, per il Maestro e per tutti noi allievi. Quando il Maestro ne parla, è impossibile non notare l'amore, la passione ed i sogni che egli ha riposto e ripone in essa; capita spesso di vederlo curare gli spazi verdi che la circondano, o di percepire il grande entusiasmo che lo anima quando preventiva quegli elementi che, pian piano, aggiunge per arricchirla ulteriormente.
Non ho mai sentito, nel Maestro, quell'ambizione che normalmente si associa alle grandi cose: non ha mai forzato gli eventi, non ha mai avanzato "pretese" su sé stesso e sul suo operato; quando egli racconta dei sacrifici e del lavoro che si sono resi necessari per realizzare la scuola, minimizza sempre, quasi come se fosse nata spontaneamente. Chi è stato vicino al Maestro, tuttavia, è stato testimone degli sforzi e della "titanicità" dell'impresa; vi sono stati momenti in cui sembrava davvero qualcosa di troppo grande, ma non l'ho mai visto perdersi d'animo, non l'ho mai visto aspettarsi qualcosa che non fosse il proprio impegno. Questi per me sono grandi insegnamenti. Ho sempre visto Gianfranco come un uomo che realizza: di solito non si ha il tempo di ascoltare i suoi propositi, che questi vengono già realizzati. Il proposito di costruire una struttura progettata appositamente per essere una scuola di Taiji quan, è stato realizzato: una scuola coerente ai canoni della tradizione, dove gli allievi potessero "vivere" la pratica e non semplicemente frequentare lezioni. Il risultato, infatti, corrisponde a quel proposito di scuola tradizionale che il Maestro si prefiggeva ben prima che essa avesse delle mura ed un tetto: una struttura sempre capace di accogliere in sé i propri allievi e praticanti, e di immergerli in un'atmosfera unica.
Ciò che ho appreso dal mio Maestro, non si limita alle nozioni tecniche o all'abilità che posso aver acquisito; gli elementi su cui si fonda l'arte che amiamo, permeano la vita del Maestro anche in quegli aspetti che apparentemente ne sono estranei. Egli mi ha dato un grande esempio che abbraccia tutti gli aspetti della vita di un uomo, con semplicità e spontaneità, per questo motivo mi riterrò sempre un allievo molto fortunato.