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antisessista antifascista antirazzista |
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Abbiamo iniziato un nuovo progetto, molto piccolo, però fondamentale, perché anche se riguarda poche persone, può fare la differenza, per lo meno può dare la opportunità di cambiare completamente la propria vita e la vita di quelli che li seguiranno in questo mondo: cambiare il proprio stato da persona a cittadino.
Abbiamo ricevuto una donazione da "Xin Li Associazione sportiva dilettantistica" con l’indicazione da parte della donatrice che il contributo “possa servire per dare qualche sorriso e delle medicine in più soprattutto ai bimbi e alle loro mamme in difficoltà”.
Non è difficile trovare persone che hanno bisogno di medicine in un paese come la Repubblica Dominicana dove il sistema sanitario è ancora prevalentemente privatistico, però abbiamo subito anche pensato che non importa se grande o piccolo il contributo, una volta speso in medicine, sia che abbia curato o no i beneficiati, finisce e con esso il progetto. E noi preferiamo che l’aiuto dato duri nel tempo e crei situazioni nuove.
L’idea di un aiuto sanitario però ci piaceva molto. [continua a leggere] [vai a bollettini]
Per chi si ricorda del sistema sanitario italiano prima dell’istituzione del Sistema sanitario nazionale (SSN), ricorderà che c’erano le mutue, INAM, ENPAS, una forma di assistenza ai poveri in forma di beneficenza, etc... ecco, la situazione dominicana ad oggi è un po’ in quella fase, cioè tutti i cittadini sono coperti da assistenza medica, in maniera ancora non totale e differenziata.
Ma c’è un ma: per usufruire anche solo della forma basica di assistenza sanitaria bisogna essere cittadini e in Repubblica Dominicana ancora vi sono persone che non hanno alcun tipo di documento di cittadinanza: si tratta di nati nel paese da persone che sono nate e vivono nel paese, ma non registrate al momento della nascita da nessuna parte.
Chi non possiede alcun tipo di documento, civilmente non esiste, non ha alcun diritto, non solo non può usufruire di assistenza medica, ma non può neppure frequentare la scuola e ovviamente non può dichiarare la nascita dei propri figli e quindi la catena si allunga.
Appena ci siamo rese conto di questa situazione, abbiamo pensato che aiutare le persone nel processo di registrazione “anagrafica” era la cosa migliore per garantir loro non solo aiuto sanitario, ma anche tutti i diritti che la cittadinanza comporta.
E come volevamo questo è un aiuto che dura nel tempo e crea situazioni nuove.
Abbiamo deciso quindi per un progetto che aiuti le persone a “essere cittadini”, perché se ancora sussistono situazioni di non cittadinanza, vuol dire che c’è bisogno di un qualche aiuto.
Il governo ha fatto una grande campagna di “registrazione”, ma ugualmente non è riuscito ad arrivare a tutti.
Ci siamo quindi chieste: problema economico?
per verificare ciò abbiamo seguito due strade
Allora il problema deve essere quello dell’accesso alle informazioni, quindi di origine prettamente culturale.
Triste è verificare che alcune persone che hanno accesso alle informazioni, le usino per approfittarsi di quelle che non hanno la stessa possibilità!
Comunque non è una novità, avendo questo comportamento anche un nome: sciacallaggio!
Individuazione di un volontario.
Abbiamo scelto un volontario femmina, che conosce il problema perché lo ha subito, essendo stata dichiarata solo quando aveva undici anni di età, di umili origini, di buon livello culturale (studentessa di medicina).
Individuazione di una famiglia pilota.
Abbiamo pensato di iniziare con una famiglia, che vive vicino alla volontaria e che quindi la conosce e si fida di lei, per poter verificare con azioni reali i passi necessari da compiere e gli ostacoli eventuali che possono essere incontrati.
La famiglia individuata è stata informata che non riceverà alcun compenso in denaro, e che al momento giusto ognuno degli individui in via di registrazione dovrà pagare il suo biglietto per recarsi presso l’istituzione che concederà la carta di identità.
Tutti hanno compreso, si sono dichiarati d’accordo e hanno ringraziato per l’aiuto loro offerto.
Uso delle risorse economiche.
Premesso che per noi “volontario” vuol dire “volontario”, i soldi del progetto verranno usati solo per i fini del progetto, cioè la volontaria sarà tenuta a registrare ogni spesa necessaria per raggiungere lo scopo, e tale spesa le sarà rimborsata.
Spese prevedibili sono il pagamento di mezzi pubblici per spostarsi nella ricerca dei documenti di appoggio necessari.
Tali spese verranno quantificate a fine fase pilota.
A fine fase pilota faremo una prima verifica e saremo in grado di valutare la quantità di persone che potrà beneficiare del progetto, anche se non importa la quantità di persone che potremo aiutare ad “essere cittadini”, sarà comunque una opportunità offerta e l’acquisizione del diritto di cittadinanza dura tutta la vita.
Il nuovo cittadino potrà ottenere un titolo di studio, iscrivere i figli a scuola, affiliarsi al Sistema Dominicano de Seguridad Social, anche se quello che il nuovo cittadino farà della propria vita non ci deve importare, avrà comunque acquisito i diritti di una esistenza civile.
I risultati di questo progetto saranno immediati e duraturi... e puntualmente documentati.